Vorrei scrivere un racconto, un Racconto senza storia: e dove le parole potessero uscire con un energia vitale: senza dover dare schiaffi per esprimere o spiegare questo o quel concetto. Si, credo che per cominciare, una colonna sonora di sottofondo come uno dei primi album di Eric Clapton ” Another ticket “, possa dare il giusto stato d’animo per poter cominciare. Dopo aver preso il caffè ed essersi accesi il secondo cicchino, s’intende… ma come fare a scrivere un racconto senza storia?
E’ da pazzi..
E’ da pazzi, non ditemelo, lo so..
Ma il vecchio Slow and, in questo momento sta carezzando le corde in una maniera così morbida nel mio pc: che mi è quasi impossibile non battere le mie sporche dita sulla tastiera, senza dir niente. Quindi Nostromo alla via così, che io non sono il capitano Achab e il racconto e una storia: per me non sono mai state Moby Dick.. e per questo via.. si lasciano andar via i Pensieri per derive scanzonate e sconosciute.. ma non certo per paura di mostruose balene bianche o per inclinazioni indolenti. Ma per intolleranza, per non ritrovarsi prigionieri di bonacce con attorno: barchette di modesta carenatura, portate da marinai noiosi: schiavi di morali e di significati fasulli: atti a dare un senso al Tutto in modo modesto e quindi al Nulla.
Per me, che pretendo di scrivere un Racconto senza storia: è troppo impegnativo e nauseante.. per questo faccio rotta per derive sconosciute e con bislaccheria orientandomi su mappe già troppo note. E semmai un giorno dopo che ebbi scritto il canto delle sirene: che io chiamo Fate. alzandomi un mattino fossi schiaffeggiato da uno schizzo del fiotto dorsale del bianco leviatano. Strizzerei l’occhio con simpatia alla bianca balena: e me ne ritornerei sottocoperta, invitando i miei Demoni a danzare di scherno con me. Perché finalmente avrei scritto un Racconto senza storia e quindi, diverrei Leggenda.
